sabato 8 febbraio 2014

Recensioni & Interviste "Musique pour les Poissons" 2014

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Frank Sinutre "Iolanda Pini" su Radio Rai 3 all'interno di una puntata de L'Idealista sull'utilizzo del Vocoder:


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Frank Sinutre su Radio 24 Il Sole 24 Ore: il racconto di Iolanda Pini pubblicato sia nell'album "Musique pour les Poissons" che nel libro di Michele K. menghinez "Racconti per Pesci del Mare d'Aria" letto a Linee d'Ombra di Matteo Caccia


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Frank Sinutre su Act1
http://www.act1.it/blog/index.php?id=uzndm7l8

Di Alessandra Nardon
Tornando a casa in macchina, come sempre succede, ascoltavo distrattamente la radio con la mente divisa tra l’attenzione alla guida, i miei pensieri e l’orecchio alla musica. Ad un certo punto la radio in sottofondo prende il sopravvento. Quel brano mi ha colpito immediatamente. Forse il modo di parlare con gioviale accento padano, senz’altro i suoni di quel gruppo di musica sperimentale, i Frank Sinutre che in maniera coraggiosa aveva associato la musica alle parole e poi il testo. Un testo ironico, fresco ma nello stesso tempo di quelli che ti toccano dentro.
“Iolanda Pini” è il racconto di alcuni momenti di un’esperienza fatta dal narratore in una casa di riposo come obiettore di coscienza. Con poche pennellate l’autore, Michele Menghinez riesce a cogliere il senso di un’esistenza nello scorrere del tempo. Si vive “tutto”, il tempo naturalmente, senza perderne neanche un istante.
Iolanda Pini è una vecchia signora, bizzarra come i vecchi sanno essere a volte nei modi e nelle risposte, che alla richiesta dei suoi anni ne aggiunge sempre un pochi per arrivare al numero tondo: cento. Una sola volta si avvicina ai suoi novantuno e risponde novanta, salvo poi correggersi in cento. Ma quando alla fine alla consueta domanda di Michele risponde “tutti, ce li ho tutti”, perché gli anni non sono come un giubbotto in saldo, bisogna farli tutti, in quel momento si chiarisce il senso della narrazione.
La poesia di questo racconto che si propone con un’ironia gentile e a cui la brevità conferisce leggerezza sta in quel rapporto tra un’anziana e un giovane, in quel cercarsi solo per scambiare due parole, per chiedersi l'età che già si conosce.
La curiosità per saperne di più è scattata subito, senz'altro favorita dall'accattivante fusione tra la storia e la particolare musica, prodotta oltre che con strumenti tradizionali, anche con dispositivi costruiti dai due ideatori del progetto, Isi Pavanelli e Michele Menghinez. Prendo al volo l'appunto, arrivo a casa e faccio la ricerca in rete, salvo il link tra i preferiti e vado a cercare il testo. L'idea è di proporlo domani ai ragazzi a scuola.
Scopro che l'album si intitola Musique pour les poissons ed è uscito nel 2014 (https://www.youtube.com/watch?v=xRgwmXcz7Yc) mentre la raccolta da cui è tratto il testo è stata pubblicata in e-book nel 2013 e ha un nome molto evocativo Racconti per Pesci del Mare d’Aria.
Lo capiranno il senso dei ragazzi di terza media? Sapranno cogliere l'ironia e distinguerla da una banale presa in giro? Come si porranno di fronte ad un testo non “tradizionale”, che non c'è sul libro ma si può ascoltare con la musica?


Ebbene, l'hanno capito, hanno colto e saputo distinguere, non si sono “annoiati” come qualcuno di loro ha detto leggendo i soliti brani. Hanno gradito molto il testo. Sulla musica invece va fatto un discorso a parte. Devo dire che non tutti hanno visto l'originalità della proposta. Alcuni (pochi) l'hanno apprezzata come qualcosa di insolito, altri invece, e devo dire che erano la maggior parte, avrebbero preferito “una musica più dolce”. Forse li conosco poco perché puntavo molto sull'aspetto musicale, forse sono più conformisti di quanto si creda, forse dalla scuola si aspettano solo proposte prevedibili. Non so. L'esperimento però mi pare riuscito: alla fine è piaciuto e senza dubbio li ha fatti pensare.


Frank Sinutre su Gli Speciali di OndaRock: Dieci Piccoli Italiani - Dieci Piccoli Italiani - N. 43

http://www.ondarock.it/speciali/dpi43.htm

Il progetto Frank Sinutre nasce a Sermide, estremo lembo orientale della provincia di Mantova, per iniziativa di Isi Pavanelli e Michele K. Menghinez. La particolarità del duo consiste principalmente nell'utilizzo del reactabox, un controller midi che funziona con dei cubetti, e del drummabox, una drum machine acustica basata su Arduino, oltre a strumenti tradizionali come chitarra, synth, vocoder. Dopo la realizzazione di una colonna sonora per uno spettacolo andato in scena (“La colpa della Leonessa”), i Frank Sinutre esordiscono sulla lunga durata con “Musique pour les poissons”, dando vita a undici tracce nelle quali esplorano elettronica, dub, funk, ambient. Il risultato è un'opera eterogenea, capace di passare con disinvoltura da soluzioni sofisticate ad atmosfere sbarazzine. Un progetto da tenere in grande considerazione (Fabio Guastalla 7/10)

INTERVISTA SU LUPONAIR
https://www.facebook.com/notes/luponair/micro-intervista-frank-sinutre/10152958116058469

Diteci qualcosa di "Clock Never Stops", la canzone che abbiamo mandato.
"Clock Never Stops" è una canzone scritta dai Frank Sinutre sul water, che dire, parla proprio del tempo che non si ferma mai, tranne quando sei al lavoro (sempre se non l'hai già perso); è stata scritta sul water in tre lingue (inglese, francese e italiano) proprio perché il tempo anche per scrivere e per ciò che ci piace fare diventa sempre meno e ci si ritrova a fare cose mentre se ne fanno altre (la colazione in macchina intanto che si va al lavoro, scrivere un libro mentre ci si lava i denti, fare l'amore sulla lavatrice mentre intanto si fa la centrifuga... e appunto scrivere "Clock Never Stops" mentre si fa la cacca), tutto all'insegna del multitasking più estremo. Parla in generale del tempo e del lavoro.

Di che siete malati?
Siamo malati di impegni e di problemi... Il nostro buffer di problemi è sempre bello colmo; appena ne risolvi uno, tacchete che ne compaiono altri due. Siamo malati anche del creare musica elettronica nella nostra casa di campagna dove registriamo e produciamo dischi ormai dal 2010... E questo non è un problema e infatti va molto in conflitto con le prime due cose. Stiamo lavorando al terzo disco ora, gli altri due li trovate in free download e streaming sulla nostra pagina www.facebook.com/FrankSinutre.

Consigliateci un disco da non comprare mai.
Saremmo tentati di dire il nostro, ma solo perché lo potete downloadare gratis: e poi il nostro non fa così schifo da non essere comprato. In realtà ce ne sarebbero tanti di dischi da non comprare mai e poi mai.
So però un film da non guardare mai, che è "Lasko": un giorno un mio amico che proietta film al cinema e del quale mi fido un casino per via di gusti me l'ha consigliato... E all'inizio non capivo proprio perché me l'avesse suggerito, poi ho capito che era solo uno scherzolone e così gli ho nascosto una fetta di salame sotto il coprisella della bici, che lui ha trovato dopo 2 mesi e mille bestemmie per la puzza che non capiva da dove provenisse.
RECENSIONE SU ONION MAGAZINE
http://onionmagazine.it/musique-pour-les-poissons-lelectro-ambient-sfogliare-dei-frank-sinutre/

“MUSIQUE POUR LES POISSONS”: L’ELECTRO-AMBIENT DA SFOGLIARE DEI FRANK SINUTRE (RECENSIONE)
Christian Costanzo 21 novembre 2014

Musique pour les poissons (in italiano Musica per i pesci), uscito il 25 marzo di quest’anno, è il secondo self-made album registrato dai Frank Sinutre, duo mantovano molto particolare. Self-made, registrato in proprio, in un casolare nelle campagne del mantovano chiamato dal gruppo La Saletta, dove è stato registrato anche il loro primo album.

I Frank Sinutre sono solamente due, e dico “solamente” perché ascoltando i loro pezzi, così pieni e ben studiati, sembra quasi impossibile che possa trattarsi di un lavoro concepito e messo in pratica da due persone. Michele K. Menghinez è un polistrumentista molto versatile che cura tutte le parti strumentali, mentre Isacco Pavanelli è il fulcro della parte elettronica, costruendo anche strumenti e macchine speciali da usare durante i live (come ad esempio una drum machine acustica consistente in martelletti che picchiano su una batteria, comandati da tasti).

Mentre per il primo lavoro si trattava di colonne sonore per uno spettacolo teatrale (La colpa della Leonessa), questo secondo album è stato prima concepito come lavoro unico e poi – “un po’ per caso”, come dice Menghinez – è stato deciso di lanciare insieme al disco anche un libro, scritto dallo stesso Menghinez, dal titolo “Racconti per Pesci del Mare d’Aria”, una raccolta di storie che il musicista ha prodotto in svariati anni, un paio delle quali sono diventati reading in alcuni pezzi dell’album.

La versatilità del gruppo viene fuori pezzo dopo pezzo; si parte forte con Someone’s dub, bel pezzo coinvolgente e più energico degli altri con una ritmica tendente al reggae, trascinata da una linea elettronica molto ben costruita. Si passa a Clock Never Stops, dove la natura elettronica della band sboccia completamente, e si sfocia nel terzo pezzo che è una cover della famosissima Oye Como Va di Tito Puente (ma nota a tutti grazie all’interpretazione data da Santana). L’idea di una cover elettronica è molto audace e potrebbe sembrare uno snaturare l’eleganza di un gran brano portato alla ribalta da uno dei migliori chitarristi rock della storia. I Frank, però, riescono a mantenere intatta la bellezza del pezzo seppur cambiandolo in maniera marcata (la loro versione è molto funky).

Il quarto brano è Passa, un ottimo brano con un riff che si imprime a fuoco nella testa, al quale segue la title track.Musique pour les poissons lascia spazio alla vena ambient del gruppo e trasporta l’ascoltatore sulle onde del mare con il beat, pur trasmettendo la calma tipica dei fondali oceanici. Successivamente 2 Sea Minutes è un colpo di genio che conclude la title track con due minuti di suoni marini.

Life is Just Waiting for a Big Party, che si apre dopo una pausa rilassante data dal brano precedente, è un pezzo con un’anima rock, sebbene non troppo movimentato, e con un solo di synth davvero gradevole. I Am Going To Do Nothing e Please Visit Sermide invece sono due brani con una connotazione fortemente ambient, la prima un po’ più elettronica, la seconda un po’ più strumentale.

L’album si conclude con due reading, che si intitolano Iolanda Pini e Una Possibile Storia su Dio. Il primo, in particolare, è uno dei pezzi più belli dell’album. Risulta molto piacevole ascoltarlo, indubbiamente per l’ottima fusione tra il racconto e il tappeto musicale.

Un album molto valido, dove la versatilità del duo mantovano regala molteplici soluzioni. Le sonorità prodotte cullano l’ascoltatore in un cammino, come una vera e propria colonna sonora. Sarebbe interessante ascoltare il prodotto leggendo il libro, magari per carpire qualche aneddoto nascosto dietro alcuni pezzi, cercando di percepire altre emozioni che magari normalmente non arriverebbero e immergendosi completamente nel mondo costruito dai Frank Sinutre.Frank Sinutre su Beautiful Freaks
Musica per i pesci. iTunes dice che si tratta di Dance&House, ma ovviamente sono stronzate. C’è un libretto insieme al disco, che raccoglie una serie di storielle curiose raccolte da uno degli autori (Michele K. Menghinez) nel corso della sua esistenza. In realtà, l’impressione di trovarsi davanti a undici puntate di una stessa vita è sensibile; dilatazioni e strette altalenanti, tra il sogno e il quotidiano, con un po’ di luce e un po’ d’ombra. Storie trattate con la giusta ironia e la giusta dose di epico che fa parte delle piccole narrative di ognuno. Vari nel proporre un campionario di pezzi quasi lounge, che pur restando nel recinto di un’elettronica poliedrica spaziano dal dub alla cover improponibile (“Oye como va”, funky e plasticamente immobile). Sintetici, assolutamente. Polifonici, pure. Sottomarino di sicuro, non sarà un caso se dedicano il loro disco ai pesci, le creature in assoluto più passive del creato. Ambient e synth, bruschi colpi di batteria ovattata, rumori dal mare e ariose note di chitarra che s’avvitano infinite su se stesse. S’offenderanno se dico che i pezzi che mi sono piaciuti di più in assoluto sono proprio quelli narrati? Come “Iolanda Pini”, storia tragicomica di una vecchia che ha avuto tutti gli anni possibili, o “Una possibile storia su Dio”, digressione pseudometafisica con un certo fascino. Dio come l’emarginato di turno è azzeccata, non potete farci niente. E pare pure che non sia uno stakanovista, grazie a dio. E neanche io, quindi mi limiterò a dire che questo disco ha qualcosa, e che gli manca qualcosa, e che tutto sommato vale la pena d’essere ascoltato.
http://www.beautifulfreaks.org/wikifreaks/Frank_Sinutre_-_Musique_pour_les_poissons


FRANK SINUTRE SU UNDERGROUNDZINEWEBZINE
http://issuu.com/undergroundzinewebzine/docs/ug_aprile_14/60


FRANK SINUTRE SU SON OF MARKETING 
 http://www.sonofmarketing.it/my-awesome-mixtape-42014/


Il quarto mixtape di fine mese di quest’anno che raccoglie il meglio del mese di aprile su Sonofmarketing. Ogni mese pubblicheremo una selezione delle migliori novità proposte. Alla selezione musicale accompagneremo un progetto rivolto al mondo della pittura, del disegno e della fotografia.

Ci rivolgiamo agli artisti che vogliano mettersi in mostra. Ogni mese sceglieremo un’opera come artwork della compilation. Gli altri lavori li inseriremo nella gallery della nostra pagina facebook. Se siete interessati mandate una mail a sonofmarketing@gmail.com.

L’artwork di questo mese è a opera di Matthew Quick, artista australiano talentuoso con molti riconoscimenti alle spalle. Definisce la sua arte “Realismo concettuale” ovvero la rappresentazione di ciò che sembra reale in una prospettiva di riflessione. Ecco i contatti per approfondire il lavoro dell’artista:

Facebook: https://www.facebook.com/MatthewQuickArt/info
Website: http://www.matthewquick.com.au/bio.html

Per quanto riguarda la musica vi riproponiamo 23 artisti (7 italiani e 18 internazionali) che ci hanno concesso un brano in streaming. Come sempre, la caratteristica che prevale è la varietà e vi permetterà di avere una buona panoramica delle migliori uscite di questi mesi. Ecco i nomi (ordine casuale): Hear Hums, Hydras Dream, FALLS, STRi, EOSTRE, XTRNGR, Equal Stones, Moongoose, Huias, Baby Guru, Amouth, Kairo, Xy Project, Frank Sinutre, Throwing Shade, Johann Sebastian Punk, Brunetto, Plastic Flowes, Les Passagers, Mathias Mental, TANK, Oiseaux-Tempête, You’ll Never Get To Heaven.


All’interno di ogni traccia potrete trovare le informazioni per un approfondimento su ogni singolo artista. Buon Ascolto e in caso di gradimento, vi invitiamo a condividere la compilation e soprattutto ci raccomandiamo di acquistare i dischi degli artisti che vi consigliamo!

La compilation è in Full Streaming sulla nostra pagina bandcamp.


Ecco la tracklist:

1. Hear Hums – Unlock
2. EOSTRE – Cruising
3. Throwing Shade – Sweeth Tooth (feat Emily Bee)
4. Hydras Dream – Hypothermia
5. FALLS – Hammers?
6. STRi – Pigiama
7. You’ll Never Get to Heaven – Enfantillages Pittoresques: Berceuse
8. HUIAS – Dealer
9. XTRNGR – Play Stop
10. Oiseaux-Tempête – Ouroboros (Justin Small Remix)
11. Plastic Flowers – Gone Wrong
12. Johann Sebastian Punk – Strontium
13. Les Passagers – Acheter ta peau
14. Mathias Mental – Chantale
15. Moongoose – Fomenta
16. Brunetto - Cinnamon (feat. Veronica Mey)
17. Equal Stones – Death at Both Ends
18. TANK – CumulativeCo
19. Baby Guru – Turtle Hearts
20. Frank Sinutre – Someone’s dub
21. XY Project – Arabian Night
22. Amouth – City of Gold
23 – Kairo – Samurai


RECENSIONE FRANK SINUTRE SU SON OF MARKETING
http://www.sonofmarketing.it/album-streaming-frank-sinutre-musique-pour-les-poissons/



[Album Streaming]: Frank Sinutre – “Musique pour les poissons”



A cura di: Nicola Orlandino





Frank Sinutre è un duo composto da Isi Pavanelli (synth, tastiere, basi, reactable, elettronica, programmazioni varie, vocoder, chitarra, banjo, kazoo.) e Michele K. Menghinez ( chitarra, basso, voce, percussioni, batterie, mandolino, nacchere). Il nuovo album si intitola Musique pour les poissons ed è uscito il 24 Marzo via Sistem Recording. La loro musica si concretizza in un’elettronica robotica con influenze varie: dal funk al dub al reggae. Vi proponiamo lo streaming integrale.

- See more at: http://www.sonofmarketing.it/album-streaming-frank-sinutre-musique-pour-les-poissons/#sthash.wUkUWuOR.dpuf


RECENSIONE FRANK SINUTRE SU STORIA DELLA MUSICA

http://www.storiadellamusica.it/elettronica_grooves_dance/dub/frank_sinutre-musique_pour_les_poissons%28system_recordings-2014%29.html

Frank Sinutre
Musique pour les poissons
di Francesco Mendozzi

Die­tro il pro­get­to Frank Si­nu­tre c’è la mente di Mi­che­le Men­ghi­ni, ar­ti­sta tut­to­fa­re tra­pian­ta­to in pro­vin­cia di Man­to­va, im­pe­gna­to in pas­sa­to in altre for­ma­zio­ni più o meno rock, più o meno elec­tro, dai Se­gna­li Cao­ti­ci ad Eddi Mne­mo­nic, dai Bian­co­ni­glio ai Peo­ple Of The Sun. A Men­ghi­ni piace suo­na­re la bat­te­ria e la chi­tar­ra ma non di­sde­gna l’a­mi­ci­zia delle mac­chi­ne di­gi­ta­li, come di­mo­stra in que­sto suc­cu­len­to se­con­do disco (dopo “La colpa della leo­nes­sa”) pro­dot­to as­sie­me ad Isac­co Pa­va­nel­li, altro re­boan­te ge­niac­cio che gli stru­men­ti se li co­strui­sce da sé. Que­st’ul­ti­mo suona in­fat­ti il Reac­ta­Box (con­trol­ler midi do­ta­to di web­cam ad in­fra­ros­si) e una drum ma­chi­ne acu­sti­ca che sfrut­ta il fa­mo­so hard­ware Ar­dui­no, dando al disco un’im­pron­ta per­so­na­lis­si­ma e an­ti­con­ven­zio­na­le.

“Mu­si­que pour les pois­sons” è un la­vo­ro per i pesci, ov­ve­ro per chi vive sot­t’ac­qua, an­ne­ga­to dai pro­ble­mi quo­ti­dia­ni, o per chi vive in un’ac­qua­rio, in una bolla d’a­ria, bea­ta­men­te ri­ti­ra­to­si dallo sfa­ce­lo del mondo ester­no.

In un mix di dub, loun­ge ed elet­tro­ni­ca, i Frank Si­nu­tre con­fe­zio­na­no un­di­ci brani per­fet­ti per un rea­ding let­te­ra­rio 2.0, for­nen­do tut­ta­via una più spen­sie­ra­ta in­ter­pre­ta­zio­ne degli sti­le­mi kraft­wer­kia­ni. Si co­min­cia da “Clock never stops”, sorta di ri­vi­si­ta­zio­ne lu­di­ca di “Rock around the clock” (1979) dei belgi Telex, che a sua volta era già un di­ver­tis­se­ment del­l’o­mo­ni­ma can­zo­ne di Bill Haley (1956). La suc­ces­si­va “So­meo­ne’s dub” è un ballo di omini Lego, in un pin­zi­mo­nio dub degno dei primiThie­ve­ry Cor­po­ra­tion. Il vo­co­der la fa da pa­dro­ne, con ri­par­ten­ze rit­mi­che che ren­do­no tra­vol­gen­te il de­cor­so del brano. Il ritmo in 4/4 si fa ancor più pres­san­te in “Oye como va” per de­star­si nella bel­lis­si­ma “Passa”, un brano glo-fi so­gnan­te ed evo­ca­ti­vo che parla di fi­lo­so­fia spic­cio­la, l’u­ni­ca fi­lo­so­fia che conti dav­ve­ro qual­co­sa.

Al­tret­tan­to so­gnan­te è la ti­tle-track, con ef­fet­ti so­no­ri ac­qua­ti­ci che crea­no un mood di relax to­ta­le: la ca­den­za rit­mi­ca del trip hop e i synth fil­tra­ti del chil­lout vanno qui a brac­cet­to in un fi­dan­za­men­to di tenui con­tra­sti elet­tro­ni­ci. La di­sten­sio­ne dei ma­ro­si pro­se­gue nel­l’am­bient di “Two sea mi­nu­tes” per poi sfo­cia­re al­l’im­prov­vi­so in “Life is just wai­ting for a big party”, l’u­ni­co pezzo del disco ascri­vi­bi­le al po­st-rock. È pro­prio qui che la for­ma­zio­ne roc­ket­ta­ra (AC/DC su tutti) di Men­ghi­ni viene a ma­tu­ra­re, anche se il pro­dot­to fi­na­le è più si­mi­le ai Not­wi­st che non agliSlint.

Dopo l’a­ci­di­tà di “I am going to do no­thing” ar­ri­va la bo­na­ria “Plea­se visit Ser­mi­de”, sar­ca­sti­co in­vi­to allo sprov­ve­du­to tu­ri­sta che do­ves­se ac­ci­den­tal­men­te tro­var­si a scon­din­zo­la­re per la Bassa pa­da­na. In pieno stile Of­fla­ga Disco Pax la suc­ces­si­va “Io­lan­da Pini”, sto­ria di un’an­zia­na si­gno­ra che vi­ve­va in una casa di ri­po­so al tempo in cui Men­ghi­ni fa­ce­va l’o­biet­to­re di co­scien­za e che alla do­man­da: «Iole quan­ti anni hai?», ri­spon­de­va: «Li ho tutti». Sullo stes­so bi­na­rio corre l’ul­ti­ma “Una pos­si­bi­le sto­ria su Dio”, toc­can­te rac­con­to di un il­lu­mi­na­to in­se­gnan­te di re­li­gio­ne che aveva com­pre­so ap­pie­no lo spi­ri­tua­li­smo.

Oltre al disco è pos­si­bi­le ac­qui­sta­re anche “Rac­con­ti per pesci del mare d’a­ria”, un dia­rio di bordo fir­ma­to Mi­che­le K. Men­ghi­nez in cui si parla di in­fan­zia, di cose che fanno ri­de­re e di cose che fanno pian­ge­re, di vita tra­scor­sa, di nonni e di preti, di mae­stri e di amici. Il tutto con lo stile, ora­mai de­fi­ni­to, di Men­ghi­ni, uno che mette in mu­si­ca tutto quel­lo che gli ca­pi­ta. Se vo­les­si­mo ana­liz­za­re disco e libro con la lente della so­cio­lo­gia tro­ve­rem­mo molte com­ple­men­ta­rie­tà col la­vo­ro di Vasco Bron­di. Ab­di­can­do al can­tau­to­ra­to e agli inu­ti­li or­pel­li, Men­ghi­ni e Pa­va­nel­li par­la­no di con­trat­ti a tempo de­ter­mi­na­to, di im­mi­gra­ti, sbor­nie co­los­sa­li, igna­via e de­ca­den­za. Con la dif­fe­ren­za che i Frank Si­nu­tre un sor­ri­so, ogni tanto, ce lo strap­pa­no.


RECENSIONE FRANK SINUTRE "MUSIQUE POUR LES POISSONS"SU TEMPI DURI
http://www.tempiduri.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=925%3Afrank-sinutre-musique-pour-le-poisons&catid=37&Itemid=164



RECENSIONE "MUSIQUE POUR LES POISSONS" SU ROCK IT

FRANK.SINUTRE - RECENSIONE
Musique pour les poissons
ELECTRO

di Angela Filippi, 25/03/2014

“E’ come giocare con i Lego, uno parte con l’idea di voler fare un’astronave ma poi in corso d’ opera si accorge che sta venendo fuori un albero e allora vada per l’albero, magari viene bene, magari viene un’astronave lo stesso, magari viene fuori un astroalbero (che è la più bella delle cose)”.

Per darvi un’idea di "Musique pour les poissons" dei Frank Sinutre uso le parole degli stessi Frank Sinutre. Volevano sperimentare ed hanno sperimentato senza precludersi nulla, nemmeno l’ invenzione di nuovi strumenti da parte di Isi: un reactabox (ispirato al reactable usato daBjork) ed una drummabox/drum machine acustica (troppo complessa la descrizione, ve la evito).
Così ha preso vita un lavoro che vede inizialmente brani tra elettropop, synth pop e dance alla Kraftwerk o LCD Soundsystem, per poi passare nella parte centrale ad un minimal-ambient che sente l’influenza del maestro Brian Eno, tutto condito con la trip hop degli anni '90.

I due pezzi finali, “Iolanda Pini” e “Una possibile storia su Dio” (in reading), fanno da ponte tra l’ album e il libro “Racconti per pesci del mare d’aria” di Michele K. Menghinez. Anche qui, autobiografia da un lato e spunti presi qua e là dagli autoctoni del luogo dall'altro, nella modalità "scrivi il raccontino ed invita al live". Se cercate la novità e soprattutto se vi state chiedendo cosa sia un astroalbero, vi invito ad ascoltare attentamente questo disco.

http://www.rockit.it/recensione/24433/franksinutre-musique-pour-les-poissons


FRANK SINUTRE SULLA COPERTINA DI MUSIC CLUB

http://issuu.com/lucianomassetti/docs/musicclub-2014-03/1?e=9402172/7010476




Frank Sinutre in arrivo da Sermide con la loro musica elettronica
12 febbraio 2014 — pagina 28 sezione: Nazionale
Una serata speciale per San Valentino a suon di rock. Venerdì dalle 23 alle 4 del mattino ci si trova tutti al Circolo Arci Renfe di via Bologna, a Ferrara. Per una svolta alla serata al Renfe torna “Rock in town!”, a base di sano rock con musica live dalle 23.15. Sul palco le band ferraresi Altair e Blindrage, dalle 00.45 rock dj set con i dj Cuki e Paogo Ameschi. Infoline Sam al 347 9300734, Pedro al 340 3782237 o Richard al 333 1548805. Invece, al Patchanka in via Ricostruzione a Pontelagoscuro come sempre doppia serata in musica: venerdì dalle 22 “Friday, I’m funky” con dj Mattkilla & B Squad Flava crew; sabato dalla stessa ora si alterneranno sul palco le band Bad News, Bravo e Thee Mutandas. Infoline 320 8336378. Girava una battuta su Facebook poco tempo fa che diceva pressappoco così: “Se io mi nutro e tu ti nutri, perché Frank Sinatra?”. Anche Frank “Sinutre” ed a confermarcelo sono Michele Menghini, in arte Michele K. Menghinez, ed Isi Pavanelli: un duo di musica elettronica della provincia mantovana. Arrivano da Sermide, località non molto distante da Ferrara, e si preparano a lanciare sulla scena “Musique pour les poissons” (Musica per i pesci), il loro secondo album inedito dopo “La colpa della leonessa”, primo disco autoprodotto contenente la colonna sonora realizzata dal duo per l’omonimo spettacolo diretto da Anna Volpi. “Musique pour les poissons” uscirà a marzo ed a pubblicarlo sarà la “System Recordings”, etichetta newyorchese di Eric Silver. La copertina è bellissima, perché sul fronte e sul retro è raffigurato un mondo marino, con tanto di sirena, disegnato con la genuinità di un bambino. Il cd invece propone undici brani elettronici composti, ricchi di suoni, strumenti, sfaccettature, ambientazioni e la musica parla da sé. Spesso non c’è bisogno di parole nell’ambiente (ed in questo Brian Eno è certamente il maestro sommo). Ma ad una dozzina di minuti dalla fine dell’album le parole prendono forma. Con “Iolanda Pini” e “Una possibile storia su Dio”, i Frank Sinutre danno una conclusione inaspettata al loro “Musique pour les poissons”, unendo elettronica e racconti. Testi e musica viaggiano su un binario parallelo; i versi non fanno da sfondo ai suoni o viceversa perché entrambi sono protagonisti. Ciò che esce dallo stereo, e forse era l’intento di Menghinez e Pavanelli, è proprio di consegnare all’ascoltatore un “primo piano uditivo”. Insieme al disco uscirà anche “Racconti per pesci del mare d’aria” (edizione Youcanprint, 2013), scritto da Menghinez, scassato chitarrista di 35 anni (come lui stesso si definisce), che raccoglie racconti ripescati dalla valigia dei ricordi. Libro e cd o cd e libro, sono l’uno il completamento dell’altro e ciò si intuisce anche dal titolo. I Frank Sinutre (per ulteriori informazioni potete trovarli su Facebook) si esibiranno il giorno di San Valentino all’Arci Infinity di Burana ed il 21 febbraio al Circolo Arci Bolognesi di Ferrara. (san.gov.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA
http://ricerca.gelocal.it/lanuovaferrara/archivio/lanuovaferrara/2014/02/12/NZ_28_03.html

LA NUOVA FERRARA 14 FEBBRAIO 2014
Arci Infinity Sul palco i Frank Sinutre

Girava una battuta su Facebook poco tempo fa che diceva pressappoco così: “Se io mi nutro e tu ti nutri, perché Frank Sinatra?”. Anche Frank Sinutre e a confermarcelo sono Michele Menghini, in arte...

Girava una battuta su Facebook poco tempo fa che diceva pressappoco così: “Se io mi nutro e tu ti nutri, perché Frank Sinatra?”. Anche Frank Sinutre e a confermarcelo sono Michele Menghini, in arte Michele K. Menghinez, e Isi Pavanelli: duo di musica elettronica della provincia mantovana. Arrivano da Sermide, località non molto distante da Ferrara, e si preparano a lanciare sulla scena Musique pour les poissons (Musica per i pesci), il loro secondo album inedito dopo La colpa della leonessa, primo disco autoprodotto contenente la colonna sonora realizzata dal duo per l'omonimo spettacolo diretto da Anna Volpi.Musique pour les poissons, uscirà a marzo e a pubblicarlo sarà la System Recordings, etichetta newyorchese di Eric Silver. Il cd propone 11 brani elettronici composti, ricchi di suoni, strumenti, sfaccettature, ambientazioni e la musica parla da sé. Spesso non c'è bisogno di parole nell'ambient (e in questo Brian Eno è certamente il maestro sommo). Ma a una dozzina di minuti dalla fine dell'album le parole prendono forma. Con "Iolanda Pini" e "Una possibile storia su dio", i Frank Sinutre danno una conclusione inaspettata al loro "Musique pour les poissons", unendo elettronica e racconti. Testi e musica viaggiano su un binario parallelo; i versi non fanno da sfondo ai suoni o viceversa, entrambi sono protagonisti. I Frank Sinutre si esibiranno questa sera all'Arci Infinity di Burana e il 21 febbraio all'Arci Bolognesi di Ferrara. (s.g.)

http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2014/02/14/news/arci-infinity-sul-palco-i-frank-sinutre-1.8672114

RECENSIONE DI FRANCESCO LENZI



I racconti di Michele K.Menghinez,tra ironia,appunti musicali e ricordi
Pubblicato su 11 febbraio 2014 da Francesco Lenzi Posted in Recensioni musicali di Francesco Lenzi,Webzine .

MICHELE K.MENGHINEZ “racconti per pesci del mare d’aria” (you print,libro)

Vi ricordate che tempo fa vi ho parlato di un gruppo molto originale chiamato Frank Sinutre? Vi avevo promesso che avrei parlato anche del libro di uno dei suoi componenti,Michele K.Menghinez….ed ecco che oggi mi accingo a farlo.

Il libro in questione è molto divertente e raccoglie tutta una serie di racconti che si leggono tutti d’un fiato (almeno a me è successo così,ho letto il libro tutto in una nottata in pratica,perchè mi veniva sempre voglia di andare avanti man mano che leggevo ed entravo nel vivo).

Le storie qui raccontate sono nate inizialmente come “mail”;difatti a Michele,mentre inviava gli inviti per i suoi concerti,è venuta un’idea in mente:perchè non inviare una serie di racconti agli invitati e non un freddo “messaggio”?

Il risultato lo possiamo leggere oggi in questi “Racconti per pesci del mare d’aria”,uscito-come vi avevo anticipato-in contemporanea al secondo lavoro dei Frank Sinutre,”Musique pour les poissons”;e uno non esclude l’altro,sono in qualche modo complementari.

Innanzitutto due racconti sono presenti,musicati,anche nel disco:la mitica storia di “Iolanda Pini”,di cui vi parlai nella rece del disco,e “Una possibile storia su DIo”…ma nel libro c’è anche tanto,molto altro:diciamo,riassumendo,che queste sono delle storie davvero irresistibili,in cui ognuno di noi/voi può ritrovarsi.

IO stesso mi sono ritrovato in storie come “Il mio primo complessino” (diviso in due parti),forse perchè sono coetaneo di Michele e suoniamo il medesimo strumento,forse perchè anche io ho iniziato a “tambureggiare” coi fustini del dash in tenera età (prima di iniziare a pizzicare le corde!),sta di fatto che mi sono goduto questo libro come da tempo non mi capitava durante una lettura.

E poi comunque non si parla solo di musica:ci sono racconti in cui si indaga sulla sfera personale,sulle prime sbornie,sulle bollette-truffa,sui vecchi insegnanti e quindi c’è anche modo non solo di tenere sempre il sorriso sulle labbra,ma anche di andare più in profondità,parlando di cose anche molto serie e anche di attualità senza retorica…..è uno spaccato perfetto della vita stessa!Sì,perchè il libro,in fondo,è uno sguardo sulla vita di un nostro coetaneo coi suoi scazzi,le sue speranze,le sue riflessioni….ed è anche per questo che è imperdibile.

Quindi il consiglio che vi dò è di procurarvelo perchè ne rimarrete estasiati:di più,penso che alla fine questo libro emozioni anche molto e che vi trasmetterà un qualcosa….il tutto lo potrei catalogare come “gioia di vivere”,ma anche tutto questo è puramente indicativo e riduttivo.



http://www.audiofollia.it/i-racconti-di-michele-k-menghineztra-ironiaappunti-musicali-e-ricordi.html





Recensione: MICHELE K. MENGHINEZ – Racconti per pesci del mare d’aria -  I THINK MAGAZINE

Mercoledì 29 Gennaio 2014

Michele K. Menghinez, musicista della band Frank Sinutre, rivela un valido talento narrativo in questa raccolta di racconti essenzialmente autobiografici che partono con un interrogativo di solito tipico degli adolescenti e relativo alla sfera sessuale dei propri genitori… all'autore il quesito nasce intorno ai trent'anni, ma si sa: ormai i tempi dell'adolescenza si stanno allungando.

Giunto in quell'età in cui non ci si sente né troppo giovani né ancora maturi, l'autore decide di scrivere le sue memorie ricordando una serie di episodi occorsi durante il breve scorcio di esistenza appena trascorso e rievocando anche situazioni non certo pacifiche quali i suoi violenti e disastrosi malesseri corporali, amici, animali e parenti che hanno avuto importanza nella sua vita, ma anche un professore contro corrente soprannominato Zigo Zago.

La capacità dell'autore sta nel trasformare episodi banali e nel renderli mitici e indimenticabili con una scrittura colorata, scorrevole e moderna ma soprattutto ironica e autoironica.

Così ogni lettore si può immedesimare nei racconti di Menghinez, identificandosi nel protagonista alle prese con lo smaltimento della sbornia o negli gli alunni alle prese con lo strampalato docente Zago.

Ne L'Esemplare Di Umano l'autore confeziona un racconto quasi giallo sul rapporto tra un padre e un figlio, partendo da una vasca da bagno da cambiare, mentre ne I Nonni Dei Nonni riflette sulla sua infanzia e sul tempo; amaro e dolorosamente comune a tutti il racconto che si concentra sulla laurea di Menghinez e soprattutto sui sei mesi ad essa successivi, malinconico l'episodio dell'anzianaIolanda Pini in casa di riposo.

Trionfo del minimalismo, elogio del privato, il libro potrebbe essere quasi una versione del XXI secolo delle avventure di Tom Jones, storia di un giovane uomo come tanti e della sua mitica vita comune a tanti.

Buon impianto narrativo, per una lettura rilassante e senza pretese ma anche per rifelttere un po' sulla vita.

FRANCESCA BARILE


http://www.ithinkmagazine.it/component/content/article/79-ultime-notizie/9282-recensione-michele-k-menghinez--racconti-per-pesci-del-mare-daria.html


INTERVISTA :THUMBNAIL – Uno sguardo sul panorama indipendente italiano


Uno sguardo sui FRANK SINUTRE

1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Il progetto Frank Sinutre nasce nell’aprile 2011 sul pianerottolo di una scala che divide a metà due sale prove a Sermide, un paese della provincia di Mantova. Inizialmente scriviamo dei reading elettronici. Isi Pavanelli si dedica alla parte elettronica mentre Michele K. Menghinez lavora sugli strumenti e sulle narrazioni, con una particolarità: Isi oltre al vocoder e i synth suona strumenti elettronici costruiti da lui, come il reactabox (un controller midi ispirato al celebre Reactable), e in seguito una drum machine acustica (una scatola in legno con dei martelletti comandati da un Arduino, che picchiano su diversi materiali in base alla programmazione fatta su un sequencer digitale sul pc).

Dopo qualche mese riceviamo l'incarico di scrivere la colonna sonora de La Colpa Della Leonessa, regia diAnna Volpi e soggetto di Alessia Colognesi, appartenenti alla cooperativa Il Giardino Dei Viandanti di Mantova; lo spettacolo viene allestito a Mantova e provincia e a Valencia nell'ambito del Festival De Teatro Social, in quanto organizzato in un progetto europeo più ampio (When The Rivers Meet). Da questo primo lavoro ne scaturisce un cd autoprodotto con tutte le tracce de La Colpa Della Leonessa, registrato, prodotto, mixato e masterizzato dai Frank Sinutre presso gli studi della Saletta di Sermide, e attualmente scaricabile alla pagina facebook: www.facebook.com/FrankSinutre.

I live nell’anno compreso fra luglio 2012 e luglio 2013 sono stati circa 40 (fra i quali Milano al CPM e allo Spazio Concept per il festival di arte contemporanea, Padova ai Carichi Sospesi, Bergamo, Mantova per il tour diAmnesty International LGBT per i diritti dei gay e delle persone intersessuate, e molte video installazioni come al festival di videoarte a Ferrara, Scientist Festival di videoarte…).

A marzo 2014 uscirà il nostro secondo album che verrà pubblicato per l’etichetta di New York System Recording di Eric Silver, dal titolo Musique Pour Les Poissons e uscirà in concomitanza al libro di Michele K. Menghinez, Racconti Per Pesci Del Mare D’Aria, in vendita sui digital store.

La musica che propiniamo (più che proponiamo) è elettronica in tutte le accezioni che ci è venuto in mente di creare nel corso di questi tre anni: un tappeto di suoni elettronici mescolato a strumenti analogici, soprattutto chitarre molto effettate.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Paragonando la musica ad una gelateria, si potrebbe dire che in una buona gelateria si trovano gelati per tutti i gusti: in mezzo ai tanti gusti c’è anche il gusto Frank Sinutre… Magari noi potremmo rappresentare il gelato di qualcuno che non ha ancora trovato il suo gusto… Alla fine c’è bisogno di tutti i gusti, anche quelli che non sono stati ancora inventati, o non esistono proprio. La musica è un po’ come la comunità scientifica in fondo, forse meno utile della scienza, chissà, ma sicuramente ha bisogno di ricercatori anche lei.

3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Potrebbe essere un viaggio molto lungo; si andrebbe dagli Air, Beck, i Massive Attack e la scena trip hop in generale iniziata a metà degli anni ’90, per passare alla musica un po’ meno recente ma immortale: Pink Floyd, Brian Eno, Beatles o il funky degli anni '70, per tornare ancora più indietro, ad esempio John Cage oShostakovich, primi grandi pionieri della musica sperimentale… Ma anche tanta roba uscita negli ultimi anni ha contribuito a collocarci in questo spazio: MGMT, Lcd Soundystem, Tv On The Radio. Ovviamente anche tante cose italiane, sia del passato che di oggi.

In generale non ci piace la gente giovane che non sa ascoltare le cose del passato e contemporaneamente la gente anziana che pensa che la musica di oggi sia quasi tutta roba pessima. Diciamo che siamo molto aperti e sogniamo un mondo pieno di featuring incredibili: ad esempio un duo fra Morricone e gli Slayer, Armando Trovajoli featuring Burzum...

4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Non c’è un pezzo che amiamo più degli altri… Forse alcuni hanno più fortuna, ma non è detto che li si ami di più. La traccia su cui abbiamo deciso di puntare si chiamaSomeone’s Dub e il videomaker Giovanni Tutti, collaboratore de L’Espresso, ha realizzato per questa canzone un video in stop motion con Lego e plastilina. Una sera venne da noi e ci annunciò che avrebbe realizzato il tutto nell’arco di una notte, ma in realtà quella notte durò sei mesi. Eccovi il link: http://www.youtube.com/watch?v=-PdFNLSvJXg.

5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Per Isi sicuramente Nevermind deiNirvana, quando il suo compagno di classe (del quale non possiamo scrivere il nome perché è un'offesa) glielo fece ascoltare in prima superiore, fu lì che scattò quel meccanismo tipicamente adolescenziale di passaggio da musica ascoltata a musica suonata.

Per K invece la storia d’amore con la musica iniziò a 9 anni, quando il babbo un giorno lo portò al concerto dei Pink Floyd per il tour del Delicate Sound Of Thunder. Pensai: “Dunque questa è la musica. Incredibile!”, rischiai di farmi la pipì addosso quella volta. Questa storia è mezza accennata anche nel libro Racconti Per Pesci Del Mare D’Aria infatti.

6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Tra quelli belli ce ne vengono in mente diversi: ai Carichi Sospesi a Padova il premio per il pubblico più interessato e attento (esempio del fatto che non è importante avere 1000 persone davanti che si fanno i cazzi loro, ma averne anche soltanto 10 che ascoltano davvero), al Caotic Age a Mantova il premio per la miglior accoglienza, palco e organizzazione; stesso premio per l’Arci Virgilio, sempre a Mantova, dove abbiamo suonato in occasione dell’LGBT tour di Amnesty International e al Scientist Festival di Ferrara, dove abbiamo sonorizzato una video-installazione di Giovanni Tutti.

Il peggio organizzato è stato in un locale dove abbiamo scoperto sul posto di dover condividere il palco e la serata con un duo di karaoke: tipo in campeggio ai lidi ferraresi, quando ti portavano in vacanza a dieci anni. Dovevamo suonare per primi e durante il secondo pezzo sono saliti loro sul palco e hanno iniziato a suonarci sopra senza nemmeno avvertirci... fantastico, li ringraziamo ancora...

Bella anche una data in un locale a Milano, dove abbiamo trovato tutto l’impianto da montarci da soli... siamo stati così accorti da collegare tutto ad un’unica ciabatta (nostra). Finito il nostro live la serata continuava con vari DJ. Incuranti di questo abbiamo iniziato a smontare le nostre cose, ciabattona compresa con ovvio blackout e grande incazzatura del DJ che quasi ci menava…Uno dal pubblico ha anche detto in mezzo al silenzio: “Oh, mi vado proprio a fumare una paglia”…

Ma che volete mai, siamo pesci piccoli e abbocchiamo a tutto, praticamente… E poi comunque è sempre bello averci qualcosa da ricordare e raccontare… Almeno a se stessi.


7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Ma si potrebbe dire che la musica dal vivo oggi non stia attraversando un gran periodo, a volte sa di vecchio, lo si legge nella faccia dei teenager che si trovano in certi locali…Forse non proprio vecchia, ma sicuramente un po’ snobbata, specie per quanto riguarda l’attenzione ai pesci piccoli dell’underground, che si trovano spesso a suonare davanti ad un pubblico fondamentalmente non istruito adeguatamente. O confuso, o semplicemente istruito solo ad ascoltare certa roba molto semplice e diretta. Orecchie poco educate all’ascolto.

Poi di contrario esistono anche tante realtà in cui l’attenzione alla musica ha un’altra declinazione, ben più “attiva”; vicino a noi ad esempio esiste l’Arci Chinaski di Sermide, una realtà tirata su da nostri amici, compagni nell’associazione La Saletta (che è il luogo fisico dove proviamo e dove ci siamo anche autoprodotti i dischi, sia La Colpa Della Leonessa che Musique Pour Les Poissons) che tre anni fa hanno deciso di iniziare questa avventura, suonatori come noi, e passo dopo passo sono diventati una bella realtà; lì abbiamo ascoltato gliAedi, Jonathan Costa, i Radias, Beatrice Antolini, Bud Spencer Blues Explosion, Kaki King, Fragil Vida, Soviet Soviet, Ofelia Dorme… In questo caso il locale ha decisamente contribuito all’educazione dei suoi clienti… Trasformandoli da semplici clienti in ascoltatori. È un passo.
                                                                                     
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Guarda, noi siamo all'incrocio esatto tra tre regioni (Lombardia, Emilia e Veneto) quindi te ne diciamo una per ogni punta di regione:

Lomabrdia: i Laik-oh, sempre della provincia di Mantova, elettronici con suoni belli tosti e testi a sfondo teologico molto interessanti:https://www.facebook.com/LaikOh.band?fref=ts

Emilia Romagna: Maybe Happy, di Finale Emilia. Un classico trio batteria-basso-chitarra ma con aggiunta di un paio di synth… molto particolare. Tanti cori, chitarre delicate ma incisive:https://www.facebook.com/pages/Maybe-Happy/101055909940774?fref=ts.

Veneto: Great Northern-X, di Montagnana, due chitarre, basso, batteria e voce, un folk-rock davvero niente male, con bei suoni gustosi, distorti e riverberati al punto giusto, ma soprattutto belle melodie:https://www.facebook.com/pages/The-Great-Northern-X/217944801552760?fref=ts.

10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: Come si è svolta la registrazione di Musique Pour Les Poissons?
R: Allora, partiamo da lontano... Come vi abbiamo detto, noi Frank Sinutre siamo parte di una piccola associazione culturale di nome La Saletta (da non confondere con la nostra agenzia di booking, anch'essa chiamata La Saletta, ma solo per destino... Non perché c'entri qualcosa con la nostra Saletta)… Quest'associazione ha sede in una vecchia casa di contadini dispersa nelle campagne sermidesi. Una volta c’è stato anche Philippe Daverio! Ma per Daverio? No, non è vero. Una simpatica casetta di quelle con il fienile e l'aia di fronte… Di quelle che sembrano un po' scassate e che quando le vedi dici "Ah se avessi i soldi me la comprerei e la metterei a posto".

In questo posto molti di noi trovano un piccolo rifugio per i propri sbattimenti quotidiani: c'è chi passa a bere una birra dopo il lavoro per sfogarsi della sfuriata del suo capo, chi ha la passione dell'orto, c'è chi studia, chi fa la rivoluzione dal divano guardando Santoro, chi alleva gameti d'acqua dolce in un acquario, chi nutre quattro gatti, e c'è chi suona... E poi c'è chi fa due o più di queste cose contemporaneamente. Noi siamo di quest'ultima categoria, e tra le cose che facciamo contemporaneamente c'è anche il suonare.

La nostra sala prove si affaccia proprio sull'aia che divide i due lati dell'orto. Un acero e un pioppo gigantesco ci fanno da condizionatori durante l'estate. E verso sera, la luce si fa davvero bella…

Con questa tranquillità (a parte quando passa l'agricoltore col trattore) viene voglia di non cercarsi uno studio di registrazione, ma di fare da sé. Per registrare in un posto dove puoi prenderti il tempo che ti serve; venire quando vuoi per quanto puoi, anche all'ultimo momento, e lavorare suoi suoni in modo autonomo, anche improvvisando, distruggendo e ricostruendo quante volte vuoi, e poi puoi registrare in mutande d’estate quando si scoppia dal caldo, come se fossi a casa. Impareggiabile.

Ecco, Musique Pour Les Poissons è nato così… Con calma, un pezzettino per volta… Noi due davanti al pc, in quei periodi in cui non c’era da suonare in giro... In realtà con la luce di un neon... Sì infatti spesso la finestra non l'abbiamo nemmeno aperta.


DORIANA TOZZI